Alessandro Cicognini
Una storia senza protagonista
Descrizione
Una vita sul filo. Da una parte un successo che arriva puntuale non appena ti siedi al pianoforte. Dall'altra la voglia di non appartenergli, di restarne lontano. La vita di Alessandro Cicognini si snoda in queste due direzioni. Creatore delle colonne sonore dei migliori film del neo-realismo italiano (Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Guardie e ladri, per citarne alcuni), Alessandro accompagnerà al suo enorme talento una ritrosia quasi patologica allo stare sotto i riflettori, al raccogliere i frutti e gli elogi per il proprio lavoro. Fino a quando questo filo si spezza. Dopo gli Oscar, dopo i Nastri d'Argento, dopo Hollywood, Alessandro Cicognini si ritira. Anzi no. Scompare. Taglia di netto con tutto e tutti. E di lui non si sa più nulla. E l'Alessandro uomo inizia meticolosamente ad uccidere l'Alessandro artista. Il tutto culminerà in una notte d'estate, sulle rive di un fiume, in cui tutto il suo lavoro, anni di fatiche e di notti insonni, verrà distrutto. Tanti interrogativi per un personaggio complesso, di cui poco si sa, ma di cui tutto si è inconsapevolmente ascoltato.
Peppe Millanta
interpretato
Ezio Budini
Musicisti
Francesco Di Tizio (fisarmonica)
progetto video
Matteo Sabatini
Michela Tobiolo
Patrocinato da
Regione Abruzzo
Comune di Pescara
CRESNAC (Centro studi Cicognini)
Prodotto da
Ass.ne ArtEvents
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nota dell'autore
“Di Alessandro Cicognini non si sa nulla”. E questo basterebbe per tentare di scriverne la storia. Se ci aggiungi che una volta che te la raccontano ti ritrovi il suo nome nei titoli di coda dei maggiori film italiani del tempo, il gioco è fatto. Sei spacciato. Devi provarci. Il primo input l'ho avuto ormai anni fa, da una chiacchierata con mio padre, appassionato di film in bianco e nero. “Perchè non scrivi qualcosa su Alessandro Cicognini?” “E chi è?” “Appunto. Vedi?” Logica stringente. Meglio scrivere di un qualcosa che nessuno conosce. Non faceva una piega. Già. Ma da dove iniziare? Non c'è un libro, una intervista, nulla di nulla. Si è no 3 foto.
Quasi per gioco iniziai a prendere le prime informazioni dai parenti, che riuscirono a farmi avere una lista di tutti i film musicati dal Maestro (almeno 121!). Iniziai a scartabellare i nomi di registi, fonici e di tutti i tecnici con i quali poteva essere venuto a contatto durante la preparazione del film. Ma c'era un piccolissimo intoppo. Dall'ultimo film musicato dall'artista erano passati 40 anni. Dal primo...70!
Quel mondo stava scomparendo, o era per larga parte già scomparso. E con lui, stava scomparendo la possibilità di sapere qualcosa su Cicognini.
Pur non sapendo ancora cosa voler fare con il materiale eventualmente raccolto, avvertii l'urgenza di salvare quanto si poteva ancora salvare.
Fu un periodo di ricerche assurde per cercare un indirizzo, un numero di telefono, una “soffiata” su dove poter incontrare qualcuno.
Qualcuno non c'era più (e non vi dico l'imbarazzo nello scusarmi), qualcun altro c'era fisicamente ma i suoi ricordi se ne erano andati tempo prima. Di qualcun altro nessuno sapeva più niente. Qualcun altro ancora, come Mario Monicelli, non aveva semplicemente più voglia di parlare.
Ma fu anche un periodo pieno di momenti esaltanti. Il rifiuto di un tè offertomi da Dino Risi per paura di disturbarlo troppo (che se tornassi indietro glielo chiederei doppio pur di starlo ad ascoltare). Una passeggiata con Racioppi sul lungomare di Nettuno, con un mare che metteva paura. Una telefonata con Luciano Emmer, dove alla fine si è finiti a parlare di quanto fosse bella Piazza Navona a Natale nonostante il traffico. Un pomeriggio passato a casa di Mara Blasetti, la figlia del regista, che sulla carta doveva essere una placida ottuagenaria e che si è rivelata essere un vulcano di energia.
E più in generale, l'incontro con una umanità vitale nonostante il tempo passato, e niente affatto esaltata nonostante quello che era riuscita a fare.
Alla fine ne è uscito un ibrido. Pezzi sparsi di un mosaico tutt'altro che completo. Squarci su una vita per lunghi tratti indecifrabile, e al contempo affascinante. Un qualcosa che è a metà tra il monologo ed il documentario. Uno spettacolo di docu-teatro.
Di pezzi mancanti ce ne sono molti e probabilmente non si troveranno più. Ma quel poco che si è riuscito a salvare andava in qualche modo conservato e condiviso
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